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MIXED MEDIA | 83X60 cm

-STAMPA SU CARTA

-BASE IN LEGNO

-CHIODI IN OTTONE

-SPAGO BIANCO

Rings of life #1

83x60 cm


#3 LONG NECK VILLAGE

La collezione "people I met in Thai" inizia con una donna stupenda, la prima incontrata sul mio cammino attraverso il villaggio.
L' aspetto del viaggio che aspettavo con tutta me stessa era stare a stretto contatto con la gente del villaggi, assaporare la loro essenza e vivere la loro vita.

La percezione che avevo allora è completamente cambiata, ero curiosa e entusiasta mentre ora mi ritrovo a provare empatia e affezione per quelle persone.
Erano calme, e si lasciavano osservare, come se si fossero abbandonate a quel destino. Gli anelli che un tempo erano considerati una benedizione, ora sono diventati una costrizione che gli permette di vivere.
Sono stati proprio i loro occhi fissi nei miei e nel mio obbiettivo che mi hanno suscitato tenerezza, che mi hanno fatto capire che io, che ero dall' altro lato ,ero privilegiata nonostante i miei occhi si perdessero tra quelli di tanta altra gente di ogni parte del mondo.
Mentre i miei occhi erano persi, i loro erano fissi, fissi in quelli di chi li fotografava.
Solo una bimba mi ha abbozzato un sorriso, quasi come a non essersi ancora rassegnata alla perdita della sua infanzia.

Perché le ho chiamate tutte con lo stesso nome e ho cambiato solo i numeri?
non è mancanza di rispetto, se avessi saputo i loro nomi avrei dato quelli come titoli delle mie opere. In realtà non avevo abbastanza elementi che le distinguessero da poterle celebrare nel giusto modo. E' stato tutto così veloce, mentre i loro occhi erano fissi.
Allora ho deciso che andavano ricordate, andavano viste da tutto il mondo poiché non meritavano una semplice carezza, non meritavano di essere solo una foto da mostrare agli amici.
I loro occhi mi hanno scavata dentro, è stato così che ho deciso di fissare le memorie.
Ho una particolare affezione per ognuna di loro, tutte mi comunicano sentimenti diversi, ma sono sentimenti che ho elaborato solo trattando con loro con chiodi e filo.

C'è un opera nella collezione che ancora non è stata pubblicata, la più grande, quella legata al posto che io considero il paradiso terrestre, il mio posto preferito nel mondo.
Il soggetto guidava una barca con un completino da calcio viola.
Quando l' abbiamo fermato per chiedergli di farci fare un giro gli abbiamo detto: "vogliamo andare nel posto più bello dell' isola".
E' cosi che lui, silenziosamente, in una giornata nuvolosa ci ha portato in un' isola non abitata dall' uomo, dove le barche non potevano attraccare, ci ha indicato una spiaggetta dove ci si poteva arrivare solo a nuoto.
Il mare era mosso ma ci siamo lanciate, appena arrivate l' abbiamo visto.
Il paradiso di sabbia tra due rocce con alle spalle la foresta pluviale.
La spiaggia era tappezzata di pietre impilate una sopra l' altra in equilibrio.
Chiunque arrivasse lì doveva impilare delle pietre per fissare la propria presenza in quel luogo così immacolato.
Scalza e bagnata mi sono addentrata in questa piccola foresta circondata da rocce e liane, il rumore del silenzio era assordante.

Ricordo ogni singolo dettaglio, non ho foto da poter rivedere per ricordare quel posto, mi basta chiudere gli occhi.
Dopo due giorni, camminando l' ho rivisto, stesso completino viola da calcio, lui mi aveva già notata e aveva alzato la mano per salutarmi.
Mi sono sentita speciale.

Grazie a te
e grazie Koh Phi Phi Leh.