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#9 LABYRINTH

2016-
E' stato il primo vero progetto individuale della mia carriera universitaria, quel progetto che mi ha fatto dire "finalmente posso esprimermi come voglio".
E' stata anche un' arma a doppio taglio, poiché dopo aver assaporato la libertà di decisione individuale, è stato complicato trovare la voglia di collaborare in gruppo in progetti futuri (cosa che di fatto è avvenuta poi solo una volta).

Labyrinth è stata una bella sfida in un contesto Veneziano particolare.

Siamo sull'isola della Certosa, un' oasi quasi avulsa dal contesto della città di Venezia.
Gli unici abitanti di quest' isola sono gatti, uccelli e i vecchi fantasmi che abitano i ruderi del vecchio chiostro.

E' stato proprio nel chiostro che è sorto il progetto "labyrinth".

Anche qui, come nel progetto "hug treatment" avevamo un piano funzionale delineato (un po' meno preciso, all' italiana).
L' intento deciso dal prof era quello di trasformare quest' isola in un luogo per il turismo di lusso, costellato di hotel luxury, spa, auditorium e private rooms.

Se fosse la Giorgia 2016 a parlarvi, direbbe che l' idea di un' isola pressoché abbandonata trasformata in un luogo di lusso sarebbe fantastica!

Ma di fatto, non aveva ancora trovato la sua empatia nel negozio dell' usato quel lunedì, a Monaco.

Se dovessi dare il mio parere odierno sulla scelta del prof. sulla trasformazione dell' isola, direi che sì, l' economia del lusso genera profitto, ma di fatto se nell' isola fosse stato costruito un hotel a 5 stelle non credo che i delfini che oggi passano per il mare della Certosa continuerebbero a farci una capatina.


Ma d' altronde, cosa ci si può aspettare da un architetto definito "misogino e distruttivo" cit.


In ogni caso, ho deciso che nell' antico chiostro ormai senza tetto, ci avrei piazzato dei bagni termali.


Complicato coadiuvare nuovo e antico, soprattutto quando il chiostro non poteva essere minimamente toccato e l' unica soluzione era costruirci una scatola di vetro all' interno.


Di fatto lo studio per la progettazione di una SPA è stato interessante.

Il concept dietro al mio progetto era quello del labirinto, un percorso accuratamente studiato per permettere al visitatore di poter apprezzare, grazie ad un percorso obbligato, la storia che i mattoni del chiostro portavano con se.
Trovo tutt'ora emozionante la mia scelta e ricordo con sorriso la passione che ho impiegato mentre la progettavo.
Passione dovuta anche alla follia dell' idea di porre un tetto in vetro con travi (in vetro) con una luce di 16 metri, giudicata pazza da qualsiasi ingegnere abbia potuto esaminare il mio progetto.
Folle come l' idea di una doppia facciata in ottone che sovrastava il chiostro.
La scelta dell' immagine esterna data al chiostro è stata travagliata poiché la scuola veneziana insegna al rispetto estremo degli antichi manufatti, ma non riuscivo a piegarmi alla magnificenza del mattone, volevo contrastarlo, volevo che l' intervento fatto sul chiostro fosse di un impatto non indifferente mantenendo comunque un certo rigore.
Dopo studi di materiali innovativi, forme geometriche improponibili, ho trovato l' ottone.

Di fatto questo progetto mi ha insegnato tanto.


Ho capito che il nuovo deve potersi esprimere liberamente, senza mancare di rispetto a quello che è stato.

E' importante prendersi cura del vecchio, ma bisogna capire quando va creato un punto di rottura per poter andare avanti.
E questo non vale solo per l' architettura, ma per tutte le cose della vita.
Ho capito l' importanza del cambiamento per potersi migliorare.

E non sono del tutto certa che la prof di restauro fosse d' accordo con la mia idea di progetto;

ma in una SPA d' oro, in un antico chiostro, su un' isola Veneziana, non so voi, ma io la trovo un' esperienza impagabile.