
#10 FRAGMENTS OF MEMORIES
2018-
Fragments of memories è la mia tesi di laurea.
E'
il progetto che forse esprime maggiormente la mia empatia in un modo
così affettuoso e disinteressato verso gli ospiti di questa
architettura.
Si tratta di un centro per malati di Alzheimer.
La
scelta di progettare un centro per l' Alzheimer a Matera è stata
totalmente mia poiché, insieme al cancer center, l' Alzheimer è stata
una malattia che sfortunatamente si è insidiata tra le persone a me più
care.
L'
Alzheimer è complicato, ti cambia, ti rende un bambino irragionevole
per poi farti regredire ed avere la stessa capacità motoria ed
espressiva di un feto.
Un po alla Benjamin Button.
Se dovessi riassumervi quello che ho studiato per mesi sull'Alzheimer non basterebbe una giornata intera.
Non c'è una cura, bisogna imparare a conviverci e cercare di capire le esigenze di chi ne è affetto.
Avere a che fare con un malato di Alzheimer è come avere in mano un oggetto fragile da maneggiare con cura.
La
cosa più imprevedibile può far scattare attacchi di ira, crisi di
pianto, tutto coadiuvato con uno spiccato istinto alla fuga.
Il
mio progetto si è andato a piazzare in una zona al limitare di Matera
anch'essa fragile e abbandonata nel tempo, lasciata morire, quando un
tempo avrebbe dovuto essere il quartiere rinascita.
Fondamentale per questo progetto era creare l' illusione di essere a casa.
Quando si sradica un anziano dai propri luoghi bisogna trattarlo con cura, che sia malato o meno.
La
prerogativa era dunque di creare un ambiente confortevole, che
permettesse di continuare a svolgere le attività "normali" ma in un
luogo sicuro e controllato.
Fragments
of memories era una sorta di villaggio con una piazza interna con
diversi servizi, con zone di art therapy, luoghi dove poter continuare a
fare il bucato individualmente come a casa, la possibilità di
acquistare una rivista, di andare dal parrucchiere e la presenza di un
giardino studiato per assecondare la loro voglia di vagabondaggio che
gli permettesse di tornare al punto di partenza, dopo il loro vagare
afinalistico. Grazie allo studio di piante e fiori, il viaggio
sensoriale viene reso profumato e colorato per stimolare i sensi.
La
stimolazione dei sensi nel paziente è fondamentale per permettere il
rallentamento della malattia (poichè si può solo parlare di
rallentamento e non guarigione), ho dunque pensato un' area per lo
snozelen, ovvero zone multisensoriali che riprendono la forma dell'
utero materno, che attraverso colori e suoni particolari, aiutano a
calmare l' anziano.
In
questo progetto ho messo da parte la voglia di azzardare e sono
diventata un po' mamma di tutti gli anziani che soffrono di questa
malattia, ho lasciato che le necessità venissero prima di tutto.
Quando ci si avvicina ad architetture di questo tipo, qualcosa cambia nella concezione stessa che si ha della professione.
Si
acquisisce una maggiore consapevolezza di quello che l' architetto può
realmente fare, e quanto grande può essere l' aiuto di un centro
Alzheimer ben progettato.
Perché l' architettura è stata definita una "cura non farmacologica" per combattere questo mostro.
E sono fiera di aver potuto dare il mio contributo.