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#11 CRISI E SOPRAVVIVENZA

CRISI E SOPRAVVIVENZA

Quando ho iniziato questo percorso, un po' per caso, l' ho fatto anche con l' incoscienza di chi non sapeva che ogni mattone non solo avrei dovuto posizionarlo da sola, ma avrei dovuto anche impastarlo e costruirlo da me.

Sono sempre stata del parere che l' incoscienza aiuta a fare le cose con meno fatica, perché quando si è troppo consapevoli tutto sembra pesare di più.
Un po quando fai il plank, se fissi il timer, i secondi sembrano essere interminabili, mentre se tieni gli occhi chiusi, tutto passa in maniera (quasi) liscia.

In ogni caso ho aperto gli occhi e sto guardando il timer e quello che fa scorrere i secondi in maniera più lenta, mantenendo l' addome contratto, è questa reclusione forzata.

Quando mesi fa mi sono trasferita in Inghilterra, ero carica.
Mi sentivo come una bambina pronta a rovistare in una scatola piena di giocattoli, pensando a tutte le opportunità che mi sarebbero potute capitare davanti.
Poi il Covid è tornato alla carica e non solo ci ha costretti a chiuderci in casa, ha deciso di declinare in numerose varianti che hanno reso la manna del vaccino, un esperimento della serie "o la va o la spacca".

Andare avanti mantenendo un atteggiamento positivo è stata dura ma bisogna trovare il modo di continuare a camminare poiché il rischio di impantanarsi nelle sabbie mobili della mente è molto alto.

Per quanto sia una persona che abbia bisogno di stimoli esterni, ho anche una mente piena di idee e che non si perde mai d' animo (grazie emisfero destro dominante).
Quindi, data l' impossibilità di viaggiare, data l' impossibilità di incontrare persone stimolanti da essere ispirazione per il mio lavoro, sapete cosa ho fatto?
Probabilmente lo sapete già se avete seguito i miei post su instagram.

Ma nel caso vi foste distratti e non aveste avuto il tempo di leggere le mie brillanti captions sotto i miei post ve lo rispiego.

Ma parto dal principio.
Sin da quando ero piccola ho sempre avuto una particolare affezione per l' Africa, e quando dico piccola, dico davvero piccola (tipo 3-4 anni) ma questo devo averlo già detto nel blog precedente.
Il sogno di visitare il continente nero è sempre stato nei miei pensieri ma ci vuole la giusta preparazione e soprattutto la giusta compagnia.
Inutile dire che non si è ancora presentata l' occasione.

Fatto sta che negli anni ho accumulato nozioni, volti visti attraverso lo schermo e gli occhi degli altri.

Allora ho deciso di fare un esperimento, un po arrabbiata per l' impossibilità di viaggiare e per avere 26 anni e non essere ancora mai stata nel continente che più mi affascina (perdonatemi la generalizzazione sulla' Africa, ma se dovessi elencare tutti i paesi di quest' ultima che vorrei visitare, non finiremmo più).
Ho deciso di sradicare il caposaldo della mia prima collezione, ovvero le foto-memorie collezionate durante il mio viaggio in Thailandia, e immaginare volti che avrei potuto ipoteticamente incontrare durante il mio viaggio.

Un po da psicopatica, lo ammetto, ma le linee si sono delineate con facilità, quasi come se le avessi davvero incontrate, quelle persone.
Anni e anni di osservazione hanno fatto sedimentare nella mia testa volti che si sono fusi tra loro.

Ovviamente il concept di fissare le memorie(in questo caso le fantasie) è rimasto invariato, l' unica differenza è stata che i volti si sono fusi in sole linee. Mi è davvero sembrato di aver incontrato quelle persone, di aver toccato quelle facce e sorriso a quei bambini.

E' assurdo come il cervello si adatti e crei stimoli anche in situazioni di totale assenza di input esterni.

Dire se questo esperimento-sopravvivenza ha riscosso successo?!
Questo dovete dirlo voi, non si sa mai bene cosa pensa la gente che guarda un' opera d' arte, poiché è così soggettiva.
Ma posso dire che questo tipo di sopravvivenza mi è servita per darmi una spinta verso il futuro, per recuperare l' atteggiamento positivo che per qualche mese ho perduto.
Ho avuto bisogno di reinventare per continuare a vivere.

La morale di questa storia è che spesso ti trovi bloccato in situazioni che non dipendono da te (e questa è la prima volta nel ventunesimo secolo dove tutto il mondo è nella stessa situazione) ed è lecito disperarsi perché i piani sono cambiati o le cose non vanno come vorresti, ma se ci si chiude per un attimo in se stessi e si dialoga con le proprie passioni, si trova anche un piccolo spiraglio, una piccola idea che può farti andare avanti con il tuo progetto.

Ho imparato che la mente può creare cose straordinarie, anche (o soprattutto) in condizioni disagevoli.
Perché alla fine la serenità (e la creatività) arriva da dentro!

Ah, dimenticavo! La collezionesi chiama "The spots of giraffes", è ancora in fase di completamento, ma la puoi vedere cliccando qui sotto!